domenica 19 aprile 2009

Francesco Gesualdi all'università

Sono stato all’incontro con Francesco Gesualdi organizzato da Solidaunia di cui vi avevo parlato qui. Gesualdi è un ex allievo di Don Milani che ha cercato di mettere in pratica gli insegnamenti del suo maestro, e soprattutto ha poi fondato il Centro per un Nuovo Modello di Sviluppo, molto attivo sui temi dell’economia e del consumo critico.

L’incontro era all’Università, nell’Aula 1, quella in cui tantissimi anni fa seguivo le lezioni di Matematica. Credo fosse nel 1993, eravamo tantissimi, seduti dove capitava, anche sui termosifoni, la prof spiegava velocissimamente e noi prendevamo appunti… e poi a casa non capivamo un cazzo… credo di aver rifatto quell’esame 13 volte prima di passarlo.

La sala era strapiena, c’erano moltissimi studenti, evidentemente portati da professori illuminati, un bel po’ di brave signore e un sacco di amici giovani-quasi-adulti con cui abbiamo condiviso mille iniziative. Per una volta non mi sembra che siamo sempre gli stessi, ci sono parecchie facce nuove, e poi la cosa bella di Solidaunia è che fatta da persone di un po’ tutte le età. Forse è una delle parti migliori della città.

Chi non c’era? Beh i preti erano pochi, credo quattro, e soprattutto non ho visto politici, sono così impegnati a dire di stare “tra la gente” da dimenticare di andare a quelle iniziative dove c’è gente che pensa. Ah, non c’erano nemmeno giornalisti, ma con quella miseria che i loro editori li pagano non possono mica chiedergli di lavorare anche di sabato pomeriggio.


Inizia l'incontro. Mia cognata non appena mi vede parlare con un paio di amiche mi fa segno che vicino a lei c’è posto, comunque forse ha ragione, se mi siedo riesco a prendere meglio gli appunti.

Dopo l’introduzione di Pino Tucci la parola passa al Rettore, Volpe, che mi sembra interessato alla cosa, per fortuna c’è lui, ci fosse stato il suo predecessore che cavolo avrebbe potuto dire?
Poi tocca alla preside di Economia, Isabella Varraso, è la prof con cui mi sono laureato. In pratica l’ho scoperta io, nel senso che ho capito che era in gamba già quando era appena arrivata. Poi ha fatto carriera...
Dopo di lei don Mario Marchese inizia con una battuta simpatica “arrivò il prete, prese la parola, e se la tenne”, ma per fortuna parla poco, e poi il microfono passa ad Antonio Scopelliti, i saluti sono abbastanza brevi, ma sono così tanti che tra un po’ i ragazzi si scocceranno.

Francesco Gesualdi, ma don Milani nei suoi libri lo chiamava “Francuccio”, ha imparato dal suo maestro a parlare in modo semplice e diretto, racconta degli anni passati in Bangladesh, della scelta di vivere insieme ad altre famiglie a Vecchiano (Pisa) e fondare il CNSM, ma soprattutto spiega come ha cercato di rendere attuale il pensiero del Priore di Barbiana. Del fatto che bisogna rendersi conto che se c’è un potere è perché viene legittimato da noi sudditi, della convinzione che poveri e oppressi hanno diritto a giustizia e non ad elemosina, e dell’esigenza di iniziare a cambiare dalla nostre abitudini quotidiane. E così si parte dal caffè del mattino: dove lo compriamo? Quanto lo paghiamo? A chi vanno questi soldi? Ai contadini del sud del mondo o alle multinazionali che lo importano? Lo stesso vale per gli altri cibi…
Il messaggio centrale mi pare sia proprio questo, la rivoluzione parte dal consumo critico, dal commercio equo, dalla sobrietà, dalle pressioni sulle aziende, dai boicottaggi, dalla Banca Etica, dalla informazione alternativa a quelle dei grandi media.

In un mondo perfetto invece di perdere tempo con gli scazzi tra Vendola e Diliberto ci dedicheremmo a questo, ma in un mondo perfetto potrei restare fino alla fine, invece mi tocca tornare a casa da Fabietto… Il resto dell’incontro me lo racconterà poi in serata mia cognata, pare sia andata più che bene.

Bella serata, grazie a Solidaunia per averla organizzata. Speriamo non finisca qui e magari sia l'occasione per ricominciare a lavorare su questi fronti anche a Foggia. Nel caso io ci sarò.

2 commenti:

emiliano ha detto...

Ho letto il tuo pezzo. Mi hai fatto riflettere sul consumo critico che sviluppiamo nella nostra nuova famiglia. Ho pensato alla bomboniera equosolidale, alle bottiglie di vino di Libera Terra, alle camice di Solidal prese all'Ipercoop... il caffè non ancora. Ma ha ragione Gesualdi: nel nostro piccolo, con i più miseri gesti quotidiani, possiamo contribuire a cambiare il mondo. A portare un po' di giustizia. Lo diceva anche Baden Powell, fondatore degli scout: lascia il mondo un po' meglio di come lo hai trovato... Be', già con la mia dipartita dovrei rendere il mondo molto migliore...

Sandro ha detto...

vabbè, comunque speriamo che per la tua dipartita occorra ancora moooolto tempo :-)