sabato 2 febbraio 2008

Il Calciomercato e quegli allenamenti nel garage



Tratti dal mio consueto articolo pubblicato sul quotidiano L'ATTACCO di oggi.


IL PROTAGONISTA
Il calciomercato foggiano
Prima della pausa natalizia avevamo scritto che ci auguravamo che il protagonista del mese di gennaio fosse l'allora direttore sportivo del Foggia Riccardo Di Bari, che avrebbe dovuto provare a rinforzare la squadra. Poi Di Bari è stato esonerato insieme a Campilongo e l'interim del calciomercato è passato al direttore generale Francavilla, che come sappiamo non è stato certo protagonista. Capobianco & C. avevano più volte detto che prima di comprare avrebbero dovuto vendere... e infatti hanno venduto Cardinale, Plasmati e Panini, il problema è che poi hanno preso “solo” Mancino, Zanetti, De Paula e Roselli. Probabilmente sarà contento il cassiere della società, molto meno lo sono i tifosi che evidentemente si aspettavano qualcosa di più. Dopo il calcio-mercato, al di là degli effetti benefici dell'arrivo di Galderisi, la rosa rossonera è sicuramente meno competitiva. Nonostante la ventata positiva arrivata con Galderisi per raggiungere i play off servirebbe un miracolo, un miracolo foggiano che oscurerebbe anche quello del fantomatico milione di posti di lavoro promesso da Berlusconi nel '94. La cosa strana è che quella volta gli italiani ci credettero, e che molti foggiani ci credono ancora...


LA RAMPA DEL GARAGE
In settimana Galderisi ha fatto fare alla squadra una seduta di allenamento sulla rampa di un garage di un condominio nei pressi dello stadio Zaccheria. Un'oretta abbondante di potenziamento muscolare a base di scatti in salita e allunghi. Una iniziativa che, a giudicare dalle reazioni, è stata accolta più che positivamente dai tifosi rossoneri, a molti sono infatti tornati in mente i mitici allenamenti zemaniani in cui Signori saltellava sulle scale della tribuna con Baiano sulle spalle, o Rambaudi saliva i gradoni in compagnia di pesantissimi sacchi pieni di sabbia. Quelle sedute erano il simbolo di Zemanlandia, con le cronache ufficiali che parlavano di calciatori che si allenavano contenti perché consapevoli che quel lavoro avrebbe migliorato la loro condizione atletica ma contemporaneamente le voci di spogliatoio raccontavano di parolacce e crisi isteriche dei giocatori, esausti ed esasperati dai metodi di Zeman.
Ma forse non era solo quello, ai ragazzi che facevano “salasso” a scuola e ai pensionati che andavano a vedere gli allenamenti a San Ciro o allo Zaccheria piaceva vedere i loro idoli sudare come matti e sapere che, magari solo per qualche ora alla settimana, smettevano di essere dei giovani ricchi privilegiati e diventavano lavoratori “normali”. D'altronde proprio “andate a lavorare” è lo slogan che più spesso si sente gridare, a Foggia come in ogni altro stadio d'Italia, ai calciatori che non si impegnano.
Quando è arrivato a Foggia mister Galderisi (che dice non voler essere chiamato “nanu” ma “nanù” con l'accento sulla u finale) ha detto che alla squadra servono “sacrificio e allegria”, almeno su questo i tifosi sono pienamente d'accordo con lui, l'importante che l'allegria sia quella vera scaturita dal bel gioco e dai risultati e non quell'ironia amara degli striscioni che abbiamo visto allo Zaccheria contro la Pro Sesto.
Dopo le delusioni del calciomercato il cammino verso i play off è ancora più in salita, quelli che hanno esperienza dicono che è proprio con un mix di sacrificio e allegria che si scalano le vette più alte. Non ci risulta però che qualcuno sia riuscito a scalare montagne allenandosi con le salite dei garage… o no?

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