venerdì 16 ottobre 2009

C'è grossa crisi

mio articolo pubblicato sul quotidiano L'Attacco del 17 ottobre 2009


“C'è grossa crisi, qua non sappiamo quando stiamo andando su questa terra, non sappiamo più quando stiamo facendo”.

Se avesse visto le ultime quattro partite dei rossoneri Quelo avrebbe sicuramente commentato così, o forse avrebbe addirittura rincarato la dose. Tra l'altro il simpatico santone nato dalla fantasia di Corrado Guzzanti sarebbe anche Foggia, o almeno così diceva in uno dei suoi interventi al Pippo Chennedy Show. Abbiamo subito quattro sconfitte consecutive, siamo stati eliminati dalla Coppa Italia, e gli otto soci paiono quanto mai divisi sulle sorti della squadra. L'unica soluzione sarebbe un imprenditore, o una cordata, che abbia voglia di rilevare la squadra, il problema è che se l'Italia è in crisi l'economia dauna se la passa ancora peggio. Inoltre ormai il calcio è un business dove i più bravi e fortunati sono quelli che ci perdono poco e quindi ormai quasi nessuno pensa di entrarci.

A peggiorare le cose ci si è messo anche il Senato, dove sono state modificate alcune norme della “legge Melandri” secondo le quali alle squadre di Lega Pro sarà destinato solo l'1% dei proventi dei diritti radio-televisivi dei campionati maggiori. Il provvedimento passerà ora al vaglio della Camera, ma il presidente della Lega Pro Mario Macalli e i vari presidenti delle squadre chiedono che tale quota venga portata almeno al 4%. Come prima mossa si è scelto di far iniziare le partite tutte le partite di prima e seconda divisione con un quarto d'ora di ritardo, inoltre se entro fine mese non ci saranno novità Macalli & C. hanno già annunciato che potrebbero decidere di bloccare il campionato a tempo indeterminato.

La torta dei diritti televisivi vale circa un miliardo di euro, questo significa che alla Lega Pro andrebbero circa 10 milioni di euro mentre Macalli punta ad arrivare a 40.
Altro problema è dato dalle agevolazioni per la ristrutturazione degli stadi, che la nuova legge prevede avvenga solo per quelli con almeno 10 mila posti a sedere, in questo modo il 90% delle società non potrebbero accedervi.
L'ultima carta che Macalli potrebbe giocarsi, oltre a fermare i campionati, è quella di esercitare il diritto di veto che la Lega Pro detiene, contro qualunque modifica della statuto della Federazione Gioco Calcio.

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