sabato 6 dicembre 2008
Calcio, tv e debiti
Articoli tratti da L'ATTACCO in edicola oggi.
IL CALCIO IN TV
In una settimana che ha seguito uno scialbo pareggio interno, senza il turno di Coppa Italia di C e con il calcio-mercato ancora troppo lontano a farla da padrona nei discorsi dei foggiani è stata la polemica sull'aliquota dell'Iva al 20% per Sky. Che vale soprattutto per la tv di Murdoch ma, ovviamente con termini molto più piccoli, anche per Mediaset Premium, La7 e soprattutto Conto Tv, che trasmette le partite del Foggia. In molti si chiedono se il provvedimento comporterà automaticamente l'aumento anche del prezzo delle partite del Foggia o i maggiori costi se li accollerà Conto Tv, e se l'adeguamento Iva varrà anche solo per i contratti nuovi o anche quelli in corso. Un motivo in più per sperare che l'anno prossimo l'asta per i diritti del Foggia se la aggiudichi una tv locale che trasmetta in chiaro, come fece l'anno scorso Tele Radio Erre.
Troppo facile infine la battuta che unisce l'aumento dell'Iva sulla pay tv con l'introduzione della porno tax, in questo caso quelli di Conto Tv, che oltre che sul calcio puntano molto sui film a luci rosse, verranno doppiamente penalizzati... chissà quanti foggiani saranno arrabbiato con Berlusconi e Tremonti. (Sandro Simone)
CALCIO E DEBITI
“C'è grossa crisi” direbbe Corrado Guzzanti nei panni di Quelo. Che tra l'altro diceva di venire da Foggia. L'Europa è in recessione, in America l'unica speranza è Obama, perfino la Cina sta rallentando. E non vanno meglio le cose anche nel calcio. A Pescara sono messi male, sono in arrivo i primi pignoramenti, inoltre tutti i consiglieri di amministrazione si sono dimessi e il probabile nuovo acquirente De Cecco non vuole muovere un dito fino al fallimento. E pensare che questa estate Galderisi aveva deciso di andar via da Foggia proprio per via delle promesse del presidente della squadra abruzzese Gerardo Soglia, che poi non ne ha mantenuta nemmeno una visto che è praticamente sparito. Tra l'altro la crisi della squadra rischia di avere ripercussioni anche sulle elezioni regionali abruzzesi dato che l'oramai odiatissimo Soglia è anche parlamentare del Pdl (in quota Forza Italia) e i tifosi della squadra biancazzurra non vogliono saperne di votare per la coalizione di cui fa parte.
E' di questi giorni anche la notizia del fallimento del Messina, gravato da oltre 28 milioni di euro di debiti, inoltre Macalli, presidente della Lega Pro, ha anticipato che potrebbero esserci molti altri fallimenti e che a fine anno non ci saranno ripescaggi.
In difficoltà anche molte altre squadre di A e B, dove ci sono squadre da sempre molto indebitate e che ultimamente sono in difficoltà per via della stretta sui crediti delle banche.
Ma la crisi del calcio non è solo italiana, giungono brutte notizie anche dall'Inghilterra e dalla Spagna, paesi che che vengono continuamente citati come esempio per la solidità economica delle squadre, gli stadi ultramoderni e la loro capacità di sfruttamento del marketing. Il Livepool e il Valencia, tanto per citarne due, potrebbero essere costrette a cedere le proprie stelle. Ma proprio da oltremanica sta diventando di moda un nuovo modelle dove, in particolare nelle squadre di seconda e terza divisione, sono i tifosi ad essere diventati azionisti, anche se di minoranza,delle proprie squadre. Insomma se si va avanti così tra un po’ per seguire le loro squadre i tifosi dovranno sostituire il rosa della Gazzetta dello Sport con il giallo-salmone de Il Sole 24 Ore. (Sandro Simone)
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