mercoledì 14 maggio 2008
Don Fausto su Del Carmine e le multe
Articolo di Don Fausto Parisi pubblicato su L'ATTACCO di ieri 13 maggio 2008.
Al povero Del Carmine gli sta capitando davvero di tutto. Forse il più presentabile della compagine al comune di Foggia, prima si busca una busta con proiettili, un chiaro avvertimento mafioso, non trovando la solidarietà di quasi nessuno se si eccettua il nostro giornale, e ora viene perseguito per presunte interferenze per far togliere qualche multa che i solerti nostri vigili, quelli entrati per farsi capire, in maniera molto discussa, ai tempi di Agostinacchio, fanno oramai a ritmo degno di città come Parma e Ferrara. Ma là tutto funziona. Qua che non funziona niente fanno persino tenerezza questi pasionari del traffico cittadino.
Certo che se è un atto illegale, ben ha fatto la magistratura a pizzicarlo. Ma si tratta di pressioni per lo più telefoniche, e forse qualche invito amichevole a chiudere un occhio. Diamine in una città che va a picco per miliardi di debiti, di cui nessuno è responsabile, che fanno i nostri attivissimi magistrati, prima incastrano quel pivello di Ciliberti su un telefonino usato a sproposito da una non meglio definibile sua presunta collaboratrice e poi si accaniscono per queste “illegali” interferenze sul corpo dei nostri impeccabili vigili urbani.
Siamo alla farsa, non per il gesto ma per il contesto nel quale questo giustissimo atto di legge viene messo in opera. Per carità quando un gesto è illegale, anche rubare una mela al mercato è cosa gravissima. Ma se si specula sul prezzo delle mele, e si fa salire i prezzi senza giusta causa, quanto questo gesto è più grave e perseguibile del furtarello di una mela, semmai messo in opera da un morto di fame? Sono le aporie della giustizia, e le macroscopiche incongruenze che fanno tutto diventare illegale e perseguibile per legge, ma guarda caso ci si diverte, come nel caso del Sindaco e di Del Carmine, di andare a pescare nel nulla, nell’inezia.
Non penso che il povero assessore avesse messo su una associazione a delinquere di tipo mafioso per lucrare qualche soldo da questi suoi interventi. Scagli la prima pietra chi a Foggia non è ricorso all’amico vigile per farsi togliere una multa, spesso considerata ingiusta, o inopportuna. E per questo si grida forte allo scandalo e alla degenerazione del nostro tessuto sociale? E semmai non ci si scandalizza per altri malaffari sotto gli occhi di tutti. Ma oramai in questa città di pulicinella si stanno dando i numeri. La mafia la fa da padrone, l’usura, l’estorsione sono mali alla luce del sole. E i cittadini sono impotenti e disarmati difronte a tanta prepotenza. Ma guai a far scappare una mela rubata al mercato e a non perseguire questi reati da niente.
Sembra che perdere la faccia per queste cose sia più grave che dichiarare la propria impotenza di fronte a mali peggiori. Ecco la filosofia di sempre che non so quale pedagogia può mai sostenere. Chi ruba nel piccolo poi ruberà nel grande. Meglio tagliare la mano al ladruncolo, così da grande non farà il mafioso. Teorie del menga, che stanno solo ad indicare per paradosso l’impotenza manifesta delle forze dell’ordine e dei nostri solerti magistrati, a volte la loro frustrazione.
Come si fa a sparare con un cannone su una mosca? Con il rischio solo di confondere le idee e dare un po’ di fumo negli occhi, per una efficienza nel contrastare il crimine a tutti i livelli che davvero non esiste. E’ fuori del tempo e fuori della storia. Se si deve applicare la giustissima legge della tolleranza zero, questa va fatta da subito a tutti i livelli, dai lavavetri alle fermate dei semafori, ai sollicitors, cioè agli accattoni che davanti alle chiese, per le strade, nei grandi magazzini, tendono la mano e importunano i passanti e su fino ai parcheggi selvaggi in doppia fila e alla stupdità dei nostri giovani bulletti in sscuola o ai giardinetti.
E’ una mentalità la tolleranza zero, che se si applica a sproposito e partendo da stupidaggini, semmai isolatamente e senza troppo senso e coordinamento con il resto, rischia la farsa e cosa peggiore di non farsi affatto capire. Non si discute della sacrosanta teoria che il mal costume va castigato anche se la colpa alla fine è minima. Ma per giove si faccia su tutto il fronte e soprattutto ci si faccia capire. Altrimenti tutto sembra un gioco un sinistro gioco, dove si colpisce a caso, e si parte sempre da piccoli e insignificanti reati.
Non possiamo, questa volta, esprimere la solidarietà a Del Carmine, altrimenti ci si può accusare di apologia di reato. Ma la cosa ci sorprende grandemente. E per motivi che sono ben al di là del fatto in sé. Tutto giusto, tutto vero, ma tutto terribilmente e inutilmente moralistico e di facciata. Ci vuole ben altro per far risollevare questa città, corrotta fin nelle midolla e a tutti i livelli. Personalmente sono sempre per la teoria di un cataclisma naturale, che mandi all’altro mondo un po’ di gente e che permetta ai sopravvissuti di ricominciare su tutte altre basi e con una nuova moralità. Ma non voglio fare la figura dello iettatore.
Nell’attesa godiamoci questo altro teatrino della legalità infranta….da qualche telefonata abusiva o e qualche ingerenza di troppo. Tanto per il terremoto siamo da secoli protetti dalla Madonna dei setteveli e per ora non se ne parla. Dobbiamo accontentarci così.
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2 commenti:
Grande Don Fausto,si spera che venga letto dai Magistrati,riflessioni giustissime e molto condivisibili,davvero un'analisi giusta.Giuseppe
Però diciamo anche che questi sono gli schizzi che colpiscono quando, come fanno su quel giornale, ogni giorno si infila la m... nel ventilatore.
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