sabato 17 maggio 2008

La Scaramanzia




Articolo pubblicato sul quotidiano L'ATTACCO di oggi, 17 maggio 2008



L'anno scorso di questi tempi la città era tutta colorata di rossonero, c'erano bandiere sui balconi, striscioni e addobbi sulle strade, vetrine di negozi con gagliardetti e simboli del Foggia. E c'erano anche delle enormi “B” ad indicare l'imminente promozione nella serie cadetta, quella del “calcio che conta”. Finì come sappiamo, con un tiro di Rivaldo allo scadere che trasformò un sogno in un incubo, peggio di un film di Dario Argento. In questi giorni la città si sta dividendo tra chi vorrebbe ripetere l'esperienza dell'anno scorso e gli scaramantici che credono che prima della vittoria nell'eventuale finale non sia il caso di iniziare i festeggiamenti. E proprio come in politica oltre ai due schieramenti c'è anche un terzo polo, composto da quei tifosi che credono che sia giusto colorare la città di rossonero ma va assolutamente evitato di esporre quella che loro chiamano “la seconda lettera dell'alfabeto”.

La scaramanzia è diffusissima tra i tifosi del Foggia, ci sono quelli che allo Zaccheria siedono sempre di fianco allo stesso amico, o che andandoci si fermano sempre allo stesso bar a prendere il caffè, o quelli che indossano le stesse scarpe o la stessa sciarpetta, spesso quella dei tempi di Zemanlandia. Ad inizio stagione il centravanti rossonero Biancone, considerato un portafortuna perché reduce da cinque promozioni consecutive, dichiarò che di solito compra un paio di mutande ad inizio stagione e poi per tutte le partite del campionato indossa sempre e solo quelle.

La settimana scorsa si è fatto un gran parlare della fantomatica storia del calciatore dell'Inter Luis Figo che avrebbe investito appositamente un gatto nero, reo di portare sfortuna alla squadra, notizia poi rivelatasi l'ennesima bufala di Vittorio Feltri e del suo quotidiano Libero, sono certe invece le dichiarazioni di Francesco Totti che continua a ripetere che “sicuramente” lo scudetto lo vincerà l'Inter, così come lo sono le tante manie di grandi campioni del calcio come Pelè, Maradona o Riva.

Edoardo De Filippo diceva “non è vero ma ci credo”, quello che è certo è che se le mutande di Biancone, o le sciarpe dei tempi di Signori o i caffè bevuti andando allo stadio possono servire ben vengano, in questo momento bisogno c'è bisogno di tutto, anche e soprattutto della fortuna.

Nessun commento: