sabato 22 marzo 2008

Speciale Marcone






Una delle cose migliori che abbiamo fatto su Bengodi/BenFoggiaNius è stato lo Speciale Marcone, un dossiere dedicato all'omicidio di Francesco Marcone avvenuto a Foggia il 31 marzo del 1995.
Il cambio di server e una serie di problemi tecnici ci hanno costretti a togliere il dossier, ma un pezzo alla volta contiamo di rimetterlo online.

Per ora linkiamo un file che pubblicammo tre anni fa quando rendemmo pubblico per la prima volta in città un bigliettino anomimo che poteva rappresentare un aiuto per gli inquirenti.
Il link è: http://www.memoriacondivisa.it/inEvidenza/FrancescoMarcone.pdf


Ecco due articoli che pubblicammo l'anno scorso:


IL DOSSIER MARCONE SU BENGODI.ORG

Un giorno (nel 2000) cercammo notizie sull’omicidio di Francesco Marcone su internet ma non trovammo quasi niente, così decidemmo di dedicare a lui una sezione del nostro sito. Raccogliemmo ricostruzioni, interviste, documenti, poi cominciammo a scriverceli da noi.
Da qualche anno sul sito c’è un contatore, che segna quanti anni, mesi, giorni, ore, minuti e secondi sono passati dall’omicidio.
Chi ci conosce sa che solitamente usiamo un altro linguaggio fatto anche e soprattutto da parolacce, sfottò, derisioni, siamo convinti che il compito della satira sia sconvolgere la realtà, peccato che stavolta la realtà sia già sconvogente di per sé.
Peppino Impastato scriveva “la mafia è una montagna di merda”, da un po' di tempo nessuno la pronuncia nemmeno più quella parola, come se fosse una invenzione die magistrati politicizzati, o un evento storico dal quale ispirarsi per girare qualche fiction di successo, come se non fosse il più importante problema del sud e il più grosso ostacolo al suo sviluppo economico.
Non siamo giornalisti, non siamo inquirenti, non vogliamo trovare il colpevole né rubare il lavoro a nessuno, ci piacerebbe solo tenere alta l’attenzioni sul caso e soprattutto fare in modo che la città non dimentichi una persona che è stata uccisa semplicemente perché ha voluto fare il suo dovere… fino in fondo.


IL GIALLO DEL BIGLIETTINO di Emiliano Moccia



“1972 è un foglio di carta da Bollo da 2000 quello con la bilancia è una collezionista (rivolgetevi a qualche collezionista)”.
L’anno scorso, a undici anni dall'omicidio di Francesco Marcone, uno scritto anonimo datato 29 novembre 1998 aveva provato a smuovere le acque, a riportare l’attenzione su un omicidio di mafia rimasto impunito, sull’assassinio di Francesco Marcone, il direttore dell'Ufficio del Registro di Foggia, che il 31 marzo 1995, intorno alle ore 19.15, veniva barbaramente assassinato nel portone di casa sua “grazie” ad un vero e proprio agguato.

A rendere noto il bigliettino anonimo sulle pagine di BenFoggiaNius, fu Oreste De Finis, uno dei legali della famiglia Marcone. Con la pubblicazione e la presentazione del rompicapo, quindi, i legali speravano di rintracciare ulteriori spunti, indagini, valutazioni per capire chi e perché ha deciso di eliminare Francesco Marcone. «Magari – aveva confidato De Finis - il biglietto fotocopiato e diffuso potrebbe tornare tra le mani di chi l'ha scritto o di chi l'ha spedito ed in qualche modo si potrebbero sviluppare fatti interessanti da determinare la ripresa delle indagini». Ma almeno per il momento, a distanza esatta di un anno, nulla o quasi si è mosso. Per questo, allora, per incentivare il passaparola, per contribuire a smuovere il silenzio, ripubblichiamo il messaggio criptato: “1972 è un foglio di carta da Bollo da 2000 quello con la bilancia è una collezionista (rivolgetevi a qualche collezionista)”. Inoltre, è opportuno ricordare che l’ex direttore dell’Ufficio del Registro fu ucciso dalla mafia; perché «a Foggia c'è la mafia, da vent'anni, forse anche di più. E tutti quelli che non filano dritto devono stare attenti. La mafia è evoluta, preparata e capillarmente diffusa. Il mafioso - evidenziava l'avvocato De Finis - è un uomo che ha la giacca e la cravatta che si mette d'accordo con un altro uomo che ha pure lui la giacca e la cravatta, che si mettono d'accordo con un terzo, un quarto e così via… fino a formare un gruppo molto importante di persone che hanno tutti la giacca e la cravatta e che guarda caso si trovano a sedere su poltrone istituzionali, di un certo tipo, di un certo peso. Queste persone gestiscono un gruppo di potere che ha anche dei militari che però non indossano la giacca e la cravatta, ma che servono per andare a punire chi non ubbidisce, chi non si cala. Francesco Marcone è uno che non si è calato, che non si sarebbe mai calato».

Nessun commento: