sabato 26 gennaio 2008
Don Fausto Parisi sulle minacce a Del Carmine e Pernice
Articolo di Don Fausto Parisi tratto dal quotidiano L'ATTACCO di oggi 26 gennaio 2008.
E va bene che siamo a carnevale, va bene che il governo Prodi ha tirato le cuoia, e che Mastella ha mostrato tutta la mastinità napoletana di cui si aveva sentore, anche solo a guardarlo in faccia, ma che a Foggia si arrivi a inviare buste con pallini da caccia e bossoli, la cosa non può che preoccupare, anche se siamo a carnevale e forse si tratta di uno scherzo di pessimo gusto. L’allarmismo sarebbe di pragmatica, come quando qualcuno ripete troppo spesso “mi uccido”, dicono gli psicologi, che può essere una fesseria ma anche una cosa da prendere sul serio. Non si vuole qui cedere all’allarmismo, perché carnevale è davvero troppo vicino. Però. Intanto preoccupa la varietà delle persone oggetto delle missive minatorie. Infatti cosa lega Luca Pernice, stimato giornalista, che da da sempre si interessa di nera, con Lino del Carmine, assessore alla legalità al comune di Foggia, con un sindacalista della Cgil e un consigliere circoscrizionale? Apparentemente nulla. Sono accomunati dalla stessa mano che ha vergato quelle lettere e le ha spedite come un avvertimento per ora non si sa a quale scopo. Troppa diversità unisce queste persone. Volendo scavare sul tessuto che le ha provocate vi scopriamo che da tempo sta crescendo l’incazzatura della gente, ma anche questo non basta a giustificare tanto minacciare. E’ pur vero: troppe frustrazioni alla fine qualcosa producono, troppe disillusioni, trattamenti di privilegio, l’essere senza famiglia, quando anche l’ultimo dei sindacalisti ragiona allo stesso modo, tutto questo nella testa della gente crea frustrazione ed esasperazioni, brodo primordiale che ogni scintilla può far scatenare. Ma ci deve essere dell’altro. La palude dalla quale partono gli avvertimenti non può essere quindi la sola disperazione dei molti, che pure c’è ed è evidente, si scorge all’orizzonte dell’altro. C’è chi come sempre ci guazza e ci specula. Come avvoltoi costoro approfittando del degrado, pescano nel torbido, sentendosi giustificati e protetti da chi, specie nelle istituzioni, il proprio dovere non lo fa, sanno mescolarsi abilmente tra le maglie della disperazione dei più. Anche questi perversi vanno smascherati. A noi tocca l’ingrato compito di segnare, giorno dopo giorno, l’inarrestabile declino di questa città. Il giornale, con molta determinazione, si sforza di dar voce allo sdegno al disappunto dei più, ma anche al nuovo che nonostante tutto c'è e ha voglia di crescere. Si è sempre disposti a farsi sorprendere dal nuovo e dalla voglia di non cedere, anche se nei tempi brevi questo non paga. Non c'è altra strada da percorrere. C’è solo il buono contro il perverso, l’invito ai delusi estremi a non passare dalle parole ai fatti, dalla disperazione alle minacce. Ieri si è visto da Santoro quel giovane geologo escluso dalla banda mastelliana, pur essendo bravo e meritevole. Il giovane “bamboccione” non si è proprio perso d’animo e da un lavoro che ha perso, per la mascolzonaggine dei soliti intrallazzatori, se ne è procurato addirittura tre, orgoglioso del selfmade, come dicono gli americani. E di questi esempi a Foggia e in provincia si sprecano. In questo mi è mastra l'America. Da quelle parti hanno avuto e hanno ancora problemi come i nostri se non peggiori e non penso solo ai famosi e sanguinari gangster della east coast fino a Chicago, ma alla segregazione raziale, al dislivello pauroso tra nord e sud degli USA. Ebbene quel popolo non cerca soluzioni miracolose, non aspetta aiuti dal divino, anche se un popolo di profonda fede religiosa, semplicemente reagisce, non si dà per vinto, non cede, non demorde mai. Non ha risolto tutti i suoi mali, ci macnherebbe, ma ne ha eliminati progressivamente alcuni. Non ha avuto paura di mandare a casa presidenti come Nixon, e di mettere nel tempo degli eroi, al centro del suo parlamento, Martin Luther King, negro assassinato dai bianchi, in quel sud sordo e ancora schiavista. Ecco questo si chiede alla nostra città. Qualcuno vorrebbe che dalle colonne di questo giornale non si desse troppo addosso agli amministratori, o ai corrotti, per il rischio, male inevitabile, non solo di una loro delegittimazione, ma di una delegittimazione dell’intero sistema democratico. A costoro si ripete che il male va pur sempre denunciato, perché prima di non essere sputtanato non deve essere commesso e basta. Ma il giornale, l’intervento morale, non mira solo a questo. E’ come in un volo di stormi, quando il capo fila, sbaglia strada, si stanza, rischia di portare tutto lo stormo alla deriva, viene sostituito progressivamente, si trova un altro capo, un’altra guida, nella certezza che alla fine si arriverà alla meta. In fondo a questo si vuol mirare. Dando addosso ai corrotti e agli inetti, si vuole fare spazio per altri, certamente migliori di loro. Se poi non lo saranno, il sistema continuerà all’infinto perché la determinazione al bene sia migliore di quella al naturale male. Sostegno a chi ha ricevuto questi intimidazioni. Il biglietto per loro: “coraggio, non siete soli”.
Fausto Parisi
(nella foto, tratta da Foggia&Foggia ci sono Don Fausto Parisi e l'ormai ex Ministro Fioroni)
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