venerdì 4 settembre 2009

La tessera del tifoso

tratto da L'ATTACCO del 5 settembre 2009

A Foggia siamo abituati ad avere nel portafogli almeno quattro o cinque tessere, oltre all'immancabile bancomat ci sono quelle dell'ipermercato, della palestra, dell'associazione e spesso del negozio con gli sconti. Non abbiamo ancora, però, quella più importante, o almeno quella più necessaria, parliamo della tessera del tifoso.
Ma andiamo per gradi: nonostante molti tifosi del Foggia avessero già acquistato il biglietto per il derby in settimana il Prefetto di Andria ha deciso di negargli la possibilità di seguire D'Amico & C. Stavolta non c'entrano i rapporti tra le tifoserie ma le carenze dello Stadio “Degli Ulivi”, giudicato non idoneo a ospitare partite in notturna. Ai foggiani non resta quindi che seguire la loro squadra in tv, stavolta sul canale digitale terrestre RaiSportPiù. L'US Foggia ha ricordato che questo tipo di problemi verrà superato a partire dal gennaio 2010, quando tutti i tifosi che vorranno seguire la propria squadra in trasferta potranno (e dovranno) dotarsi della “Tessera del Tifoso”. La tessera, che andrà richiesta direttamente alla propria società, potrà essere utilizzata anche come carta di credito prepagata Visa.
Il progetto non piace però agli ultras, che stanno protestando da tempo in tutte le curve d'Italia e che proprio oggi si riuniranno a Roma per protestare contro il provvedimento del Ministro dell'Interno Maroni. Le tifoserie organizzate contestano la schedatura di massa degli sportivi e la costituzionalità dell'articolo che stabilisce “l'ergastolo calcistico”, cioè impedisce per tutta la vita le trasferte ai tifosi che abbiano avuto condanne, anche solo provvisorie, per fatti avvenuti in occasione di manifestazioni sportive.
Ma gli ultras non sono gli unici ad essersi schierati contro la tessera del tifoso, in molti ricordano che in questo modo l'accesso agli stadi verrebbe di fatto impedito non solo ai violenti, ma anche, per fare qualche esempio, ai turisti stranieri presenti in Italia, o ai tanti meridionali che, per studio o lavoro, vivono al nord e vorrebbero approfittare dell'occasione per seguire la propria squadra in trasferta in “padania” e che non abbiano preventivamente richiesto la card.
Insomma, che si provi di tutto per eliminare la violenza dal calcio, ma stando attenti ad evitare che la medicina non faccia più danni della malattia.

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