sabato 4 aprile 2009

LA SPERANZA E' L'ULTIMA A MORIRE

LA SPERANZA E' L'ULTIMA A MORIRE

Una delle famose frasi del Dottor House, quello del telefilm di Canale 5, è “la speranza è roba da femminucce”, ma in certe cose qui in città siamo molto religiosi, e la speranza è una virtù teologica, dunque per i cristiani sperare è praticamente un dovere, ancora di più lo diventa se si è anche tifosi o addirittura calciatori rossoneri.
La realtà è che la sconfitta di domenica scorsa è stata un brutto colpo anche a livello psicologico e a questo punto del campionato, con 6 punti da recuperare in 7 partite, c'è bisogno davvero di una buona dose di ottimismo per continuare a sperare nell'impresa. Qualcuno però ci crede ancora, su facebook c'è un gruppo dal nome “Foggia credici” che ha raccolto un centinaio di iscritti, anche se va detto che in molti avevano aderito prima della partita di Arezzo.
I fondamentalisti della speranza potrebbero far notare che le squadre che ci sono davanti hanno dimostrato di non essere molto in forma, che a questo punto i satanelli hanno davvero poco da perdere, che stanno tornando due pezzi da novanta come Pecchia e Salgado e, last but not least, che il Foggia ha un credito colossale con la fortuna (e con gli errori arbitrali) che prima o poi dovrà riscuotere. Le motivazioni dei pessimisti le tralasciamo per evidenti motivi spazio, ma l'impressione è che siano molto più solide e razionali.
Al di là di questo, se conosciamo un po' il pubblico foggiano siamo pronti a scommettere che così come i tifosi rossoneri hanno fatto presto a deprimersi dopo il gol di Chianese allo stesso modo si esalterebbero se i ragazzi di Novelli dovessero battere il Perugia e contemporaneamente ci dovessero essere buone notizie dai campi dove sono impegnate le nostre dirette concorrenti, a quel punto 3 o 4 punti di distanza da recuperare diventerebbero pochissimi e si riaccenderebbero subito gli entusiasmi.
Ci sarebbe infine da ricordare che anche la eventuale qualificazione ai play off non sarebbe certo un punto d'arrivo ma solo di partenza e a qual punto occorrerebbe poi fare altre due imprese per superare la doppia semifinale e finale, ma per il momento, visto che siamo in vena di citazioni, preferiamo lasciare a ciascun giorno la sua pena. (Sandro Simone)



ALLO STADIO CON UN EURO
Un vecchio ritornello cantava “mamma mia dammi mille lire che in America voglio andare”. Oggi non solo con mille lire non si riesce nemmeno a prendere l'autobus, ma anche ad avere i soldi per il biglietto aereo, dopo la crisi scatenata dai mutui subprime nessuno sogna più di andare a cercare fortuna nella patria di Obama. Tra l'altro le lire non ci sono più, sostituite dall'euro, ma cambia poco: con un euro non si riesce nemmeno a comprare un panino o una birra, da domenica però si potrà andare allo Zaccheria, o almeno potranno farlo i ragazzi che hanno meno di 16 anni o le donne.
Domenica scorsa hanno fatto una iniziativa simile a Manfredonia e pare la cosa abbia funzionato visto che ci sono stati molti più paganti del solito, e soprattutto la squadra è tornata alla vittoria segnando addirittura quattro gol. E se l'anno prossimo, vista la crisi, si provasse a puntare sulla riduzione generalizzata dei costi dell'abbonamento e dei biglietti per riempire lo stadio tutto l'anno? In fondo riempire lo Zaccheria di ragazzini e donne non potrà che far bene al calcio foggiano. Magari dopo il successo delle compagnie aeree lowcost si potrebbe provare a replicare o stesso modello con gli stadi...

2 commenti:

dosenegal ha detto...

Solo perchè la ritengo persona stimabile e di spirito, mi permetto di farle notare che all'epoca di quella canzone, con mille lire, si restava volentiri nel proprio paese. Probabilmente lei sarà incappato in un "anagramma" storico relativamente ad un altro periodo, più recente dell'altro, quando si cantava "se potessi avere mille lire al mese".
Comunque, nell'uno e nell'altro caso, le cose andarono male, per il peggio.
Nel primo, la ragazza riusci ad avere le cento lire, s'imbarcò per l'America, ma il bastiemnto affondò e la poverina morì con i suoi sogni. Nel secondo, il desiderio non fu soddisfatto, l'Italia fascista s'imbarcò nella guerra e .....
Sono come un bambino quando vede un barattolo di marmellata, "quella" da lei preparata era molto allettante, mi scusi se ne ho approfittato, difficile saper mescolare, con una risata, due ingredienti come l'emigrazione ed il fascismo

Sandro ha detto...

grazie per il "persona stimabile e di spirito", diciamo che ho scritto una cazzata come non mi capitava da tempo mettendo insieme due canzoni che non c'entravano niente...
il bello è che ho riletto il pezzo ed ero convinto che fosse così...

grazie anche per avermi fatto notare l'errore e per aver raccontato a me e agli altri (spero tanti) lettori la storia delle due canzoni, che a questo punto mi è venuta voglia di andare a risentire...