
Emiliano Moccia ha seguito ieri Italia-Francia durante il turno di volontariato dei Fratelli Della Stazione, dei quali è volontario (oltre che direttore del giornale Foglio di Via e un sacco di altre cose). Ecco il suo racconto della serata:
Con il tradizionale culo che quotidianamente accompagna la nostra vita, ieri sera eravamo di turno al servizio davanti alla stazione. Ma se i poveri stanno in mezzo alla strada tutti i giorni, un'ora lontani dalla TV che raccontava le gesta di Italia-Francia era davvero poco cosa. Comunque, il piano strategico concordato con il capogruppo Francesco era semplice e terribilmente cinico: se alle 9.45 il latte è già finito, fuggiamo via per il secondo tempo. E a tenerci in allerta sui risultati dell'Italia e della sfida tra Olanda-Romania è stato Marian. Camminata ondulata, pipa in bocca e il sorriso di chi conosce il mondo. Specie le giocate calcistiche della sua gente, dei rumeni.
"Certamente la Romania si qualifica. Certamente nel secondo tempo segna e passa". E giù l'abbraccio ad un amico rumeno, ancora più brillo di lui come se avesse già festeggiato la qualificazione ai quarti. Poi il boato, le trombe che arrivano dai balconi, gli squilli degli amici. L'Italia forse ha segnato!!! Arriva Marian. Sorridente. "Italia ha appena fatto goal. Ma nessun problema. Certamente passa la Romania". Gli vogliamo bene a Marian perché lascia la sua postazione radio per venirci ad informare. Poi si siede sula panchina un po' distante da noi. Accavalla le gambe e poggia l'orecchio sulla radio per ascoltare cosa diavolo combinano Mutu e compagni (compagni no, perché i rumeni non vedono tanto bene la "cosa rossa"). E' un gesto nostalgico, di altri tempi. La voce del radiocronista che ti lascia immaginare le azioni, che ti descrive cross e punizioni. Ma soprattutto il goal dell'Olanda che deve aver sconvolto il povero Marian. Ma a quel punto, dopo esserci assicurati che il latte era stato dato a tutti - quanta gente che c'era ieri sera - ci siamo polverizzati nella notte, nella Foggia deserta. Marian avrà ascoltato anche la seconda rete dell'Olanda alla sua Romania o le batterie della radio si erano già scaricate?
Ho pensato a lui questa notte. Poveri, soli, senza casa, ma attaccati alla radio per capire se potevano prendersi una rivinciata. Se per una volta potevano dare le spalle agli italiani, a noi che ogni furto, ogni rapina, ogni sparatoria la "battezziamo" con le parole: "Sarà stato un rumeno o qualche rom". Ha perso anche ieri Marian, ma sappiamo che già stasera sarà in piazza a "parlare" con noi, non a mangiare biscotti, ed intervallerà le sue frasi con il fumo della pipa. Un tocco di eleganza, di raffinatezza in un corpo che sbanda senza riuscire a correggere i capricci del destino.
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