sabato 3 maggio 2008

Biscotti riusciti e mancati



(pubblicato su L'ATTACCO in edicola oggi)

Ternana-Foggia è la classica partita in cui ad entrambe e squadre va bene il pareggio, con un punto infatti gli umbri si metterebbero al riparo dai play out e i foggiani sarebbero sicuramente qualificati per i play off. Forse a perderci qualcosa sarebbero i rossoneri, che vincendo potrebbero insidiare il quinto o il quarto posto, al momento occupati da Foligno e Cittadella, e che sono probabilmente più in forma venendo da un ottimo girone di ritorno. In questi casi si parla di “biscotto”.
Il biscotto più famoso degli ultimi anni avvenne durante uno Svezia-Danimarca degli ultimi europei, in cui la partita finì 2-2, l'unico risultato che qualificava entrambe le squadre a svantaggio dell'Italia.
Altro “biscotto” famoso fu un derby Roma-Lazio giocato alla terz'ultima di campionato di due anni fa, finito 0-0 tra i fischi dei tifosi. Biscotto “sgamato” fu quello avvenuto in un Torino-Bologna del 2002 in cui i piemontesi segnarono quasi per caso e così nel secondo tempo, in occasione di un calcio d'angolo, le telecamere di Tele+ ripresero Galante che diceva a Delli Carri “fagli fare gol”, inutile dire che il gol del pareggio arrivò proprio per una disattenzione della difesa granata su quel corner.
Ma la storia ci racconta anche di biscotti non riusciti. Come quel Venezia-Bari in cui il brasiliano Tuta entrò negli ultimi minuti e non parlando bene l'italiano non capì che c'era un accordo tra le squadre per finire la partita in parità e commise l'errore di segnare un gol del 2-1 allo scadere. Al fischio finale i baresi rincorsero l'attaccante per picchiarlo, il povero malcapitato non venne difeso nemmeno dai suoi compagni che gli urlavano in testa che aveva fatto un cazzata.
Qualcosa di simile successe anche in un famoso Genoa-Inter del 1983, in cui a cinque minuti dalla fine, quando le squadre sembravano chiaramente accontentarsi del 2-2, il nerazzurro Salvatore Bagni segnò il gol della vittoria, ma invece di essere festeggiato non venne abbracciato dagli amici e fu anzi minacciato dai rossoblu. In quel caso si parlò di scommesse e totonero, ma alla fine, così come nei casi riguardanti Tuta, Galante e tanti altri simili, non ci furono colpevoli. (Sandro Simone)

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