giovedì 7 febbraio 2008
Incontro con Don Luigi Ciotti
Stamattina un impegno di lavoro mi ha impedito di partecipare all'incontro con Don Ciotti, ci è andato però il mio amico Emiliano Moccia, che tra le altre cose è direttore di "Foglio di Via", che mi ha mandato questo articolo.
Don Ciotti: «Il cambiamento ha bisogno di tutti»
«La legalità è la saldatura tra le nostre responsabilità, il nostro metterci in gioco, il nostro essere cittadini che non stanno a guardare, e la richiesta allo Stato di una giustizia che sia più giusta e sociale. Ma una cosa è certa: non possiamo chiedere alle Istituzioni, alle forze dell’ordine di fare la loro parte se noi non facciamo la nostra. Il cambiamento ha bisogno di voi, di noi, di tutti».
E’ con queste parole che don Luigi Ciotti, questa mattina, si è rivolto ai tanti studenti presenti a Palazzo Dogana durante l’incontro, organizzato dal gruppo Libera di Foggia, la Provincia e l’istituto alberghiero “Einaudi”, per prepararsi meglio in visto della “Puglia Arca di Pace. Verso il 15 marzo per la dodicesima giornata nazionale della memoria in ricordo di tutte le vittime delle mafie”. Il fondatore di Libera, quindi, incontra i ragazzi, e li esorta a «prendere coscienza dei propri limiti», perché anche questo «è un segno di libertà». E l’altro segno su cui don Ciotti ha provato a far riflettere i giovani, è quello di essere «corresponsabili» nelle questioni anche drammatiche e serie che ci passano davanti e di non «esprimere solo solidarietà.
Ognuno di noi – evidenzia don Ciotti – è chiamato ad essere responsabile nell’ambiente in cui si trova». Ma non per questo bisogna essere musoni o pessimisti: «Il primo elemento educativo è quello di darci una mano a cogliere le cose positive che ci sono, che ci circondano. E poi, dobbiamo pensare a quelle negative». E tra racconti ed aneddoti utilizzati per far riflettere il giovane pubblico in sala sul cancro della mafia e dell’illegalità diffusa, don Ciotti ha esortato tutti a combattere «l’omertà», a «denunciare agli “sbirri”» le azioni criminali a cui assistiamo. Anche quelle che portano il nome di bullismo, ma che di fatto «sono azioni criminali, e chi le subisce può restarne ferito per sempre». Insomma, «ognuno è chiamato a fare la propria parte, ad essere più responsabile».
E don Ciotti, accolto in Provincia da Daniela Marcone e Mimmo Di Gioia, gli esponenti del gruppo locale di Libera, ha scambiato anche qualche breve parola con Michele Del Carmine e Luca Pernice, l’assessore comunale alla Sicurezza ed il giornalista di Teleblu a cui nei giorni scorsi sono state recapitate delle lettere minatorie. Missive che ti fanno piombare in uno stato di tensione ed apprensione, anche se lo stesso Luca, ti confida con la sua solita discrezione, non voleva «dare molto peso alla faccenda, prioprio per non far preoccupare la mia famiglia. L’aspetto che più mi rattrista – ha aggiunto il giornalista – è leggere sul volto dei miei cari, di mia moglie e di mio padre, che sono un po’ preoccupati». Ma a non far scoraggiare Luca, così come è accaduto per lo stesso assessore Del Carmine (vedi lettera pubblicata sul blog) sono state le tante attestazioni di stima e di solidarietà che ha ricevuto nei giorni scori. E l’ultima, quella di domenica sera organizzata da Paolo Delli Carri che ha chiamato a raccolta decine di associazioni e tanti cittadini, è stato il chiaro segnale di rigetto della città verso chi vuole fare delle minacce, delle intimidazioni, l’unico spiraglio di dialogo, il modo più semplice e veloce per risolvere le questioni. Ma questa volta, per dirla alla don Ciotti, Foggia «non è rimasta a guardare», e chi si è divertito a spedire le lettere minatorie ha potuto osservare i vari falò di «orgoglio e civiltà» che si sono accesi e fatti luce a vicenda. E che adesso possono illuminare un po’ di più le strade della città.
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1 commento:
Trovo che la parola chiave pronunciata da don ciotti sia "corresponsabilità". Con il solo individualismo non si va da nessuna parte. Neanche il solo discutere, analizzare e distinguere aiuta...Anzi più facilmente blocca e divide. Occorre un moto di stomaco e di cuore per convincersi che i tuoi problemi, i tuoi bisogni sono, sempre in parte (piccola o grande), anche i miei.
paolo delli carri
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